Quel vizietto di copiare gli altri

Non copiate mai nessuno, diceva V. Hugo, un leone che copia un leone diventa una scimmia.
Non duplicate mai nessuno, diceva Stardoll, mai copiare le creazioni altrui.

Poi succede che un pomeriggio qualsiasi, cercando immagini su Google, ne trovo una che mi sembra terribilmente familiare. E lo è. E siccome non mi tiro mai indietro, quando si tratta di inchieste, ecco cosa ho scoperto.

Quel vizietto di copiare

In realtà non è una sorpresa di quelle da rimanere a bocca aperta come Sheldon mentre Amy gli spiega il problema narrativo dei Predatori dell’Arca Perduta. Sì insomma, eravamo già a conoscenza di questo vizietto, ma chi avrebbe mai sospettato che fosse in realtà un’abitudine?

Immagini copiate. Tante immagini copiate. Tantissime immagine copiate!
Foto, disegni, prodotti… c’è un po’ di tutto e chissà quante altre cose non abbiamo scoperto. Ma perché lo fa? Boh. Forse pensano di non essere scoperti? Pfui, stolti.

Stardoll copia

O prende ispirazione. No no, copia #crediamme. Analizzate le immagini, sono identiche.

sanberniemicini sposiniCiò che mi piace di meno è che la maggior parte di queste immagini sono o personali o riproducono prodotti messi in vendita. Quindi qualcuno realizza il topper degli sposini (per esempio), lo mette in vendita, poi arriva Stardoll che gli copia il disegno e lo mette a sua volta in vendita.

In poche parole: Stardoll guadagna sul lavoro degli altri!

È giusto? È solo una sciocchezza? Come reagireste se scopriste che ha copiato un vostro disegno? Le “vittime” andrebbero avvertite o no?

13 Comments

  • Margherita

    Tra le mansioni che mi sono attribuite per lavoro c’è quella di creare loghi, locandine, manifesti, ecc. Per una divergenza di vedute con il capo, ad un certo punto mi sono rifiutata di dedicarmi alla grafica delle pagine che un gionale ci riserva per la pubblicità. Sono rimasta piuttosto sconcertata (e seccata) nel constatare che il lavoro, attribuito ad un’altra persona, veniva realizzato usando le mie vecchie pagine, con tutte e le impostazioni e i disegni creati da me. Mi sembra che qui ci sia una piccola differenza. Gli oggetti copiati non erano disegni e hanno altre destinazioni d’uso. Ovvero se Stardoll, vista una mia foto, dovesse ritenermi così carina da creare una piccola doll che mi somiglia, lo troverei lusinghiero. Ovviamente mi piacerebbe saperlo, magari per applaudire. Lo stesso dicasi per una mia torta. Se invece copiano ingredienti e decorazioni per partecipare ad un concorso di cucina…allora mi arrabbio.

    • Io non accetto che il tempo, la competenza e l’impegno che permettono a una persona di creare dal nulla un prodotto da vendere (molti di questi articoli sono su Etsy), vengano copiati da un grafico frettoloso e venduti su un sito che dalla mattina alla sera spinge gli utenti a spendere soldi veri per comprarsi queste copie.

      Non accetto che un mio prodotto realizzato a mano, e che io stessa cerco di vendere, venga venduto per soldi virtuali (ma comprati con soldi reali) da qualcuno che nemmeno mi ha chiesto il permesso di copiare.

      Fortunatamente non serve il copyright per difendere il diritto d’autore e intentare una causa vincente.

  • Anonimo

    Confesso che non sono certa di comprendere la querelle. Se stiamo parlando di come le ragazzine vengano indotte a spendere soldi veri creando falsi bisogni di bambole di carta, sedotte dal mito di essere covergirl o msw, mi trovi assolutamente daccordo. Tra l’altro, visto che è giusto e doveroso rispettare le regole, perchè il non farlo può procurare un danno, mi chiedo perchè sia consentito guadagnare stardollars facili iscrivendosi a giochi che potrebbero essere portatori di virus o fornendo dati sensibili ad enti assicurativi. Inoltre questi bisogni le spingono a comportamenti disdicevoli, quali mendicare regali o rischiare di entrare in siti dove il loro account diventa vulnerabile. Questo riguarda una parte del discorso. Supponiamo però che io confezioni un bel maglione che decido di vendere su Etsy e che i disegnatori di Stardoll eseguano un disegno che ne copia il modello. Non mi sembra che vendiamo la stessa cosa. Se compero un modellino di Ferrari lungo cinque centimetri, non è come se comperassi l’auto.
    Io faccio raccolta di bambole di carta (carta vera). L’autore, un certo Tom Tierny disegna bambole con fattezze di personaggi famosi e con gli abiti con cui sono ricordati. Che chieda il permesso a tutti? Mi sembra difficile (c’è anche Enrico VIII). Sarebbe giusto? Sinceramente mi hai messo in difficoltà.

    • Supponiamo che tu crei un bel maglione che decidi di vendere su Etsy e che i disegnatori di Stardoll eseguano un disegno identico. State vendendo ESATTAMENTE la stessa cosa, ovvero l’idea del maglione creato in quel modo specifico e con quelle specifiche fantasie.

      Se compri un modellino di Ferrari non è come comprare l’auto, è vero. Ma se chi ti vende il modellino l’ha creato senza l’autorizzazione della casa madre, questa SICURAMENTE gli farà causa. Come ha fatto in passato. Sono di Modena, ne ho viste.

      Stesso motivo per cui alcuni cantanti vengono accusati di plagio e spesso si ritrovano a pagare multe. Magari la musica è diversa o magari è il testo ad esserlo. Magari vendono la canzone solo in formato digitale mentre altri preferiscono il 45 giri. Ma se i contenuti sono gli stessi, anche solo parzialmente, l’accusa di plagio è più che legittima.

      C’è differenza tra copia, emulazione, ispirazione e tutti gli altri termini previsti nel diritto d’autore. Copiare qualcosa o qualcuno di già famoso è diverso dal copiare qualcosa di sconosciuto. Il primo caso è un chiaro riconoscimento dell’autorevolezza del personaggio. Perché nessuno oserà dire che Enrico VIII è invece il cugino dell’autore. La verità è palese e per questo stesso motivo è possibile scrivere libri su argomenti/aziende/personaggi famosi senza dover chiedere autorizzazioni particolari.

      Ma vendere le idee altrui no, questo è decisamente un furto e come tale è tutelato dalla legge.

      Banalmente da Wikipedia:
      “Con proprietà intellettuale si indica l’apparato di principi giuridici che mirano a tutelare i frutti dell’inventiva e dell’ingegno umani; sulla base di questi principi, la legge attribuisce a creatori e inventori un vero e proprio monopolio nello sfruttamento delle loro creazioni/invenzioni e pone nelle loro mani alcuni strumenti legali per tutelarsi da eventuali abusi da parte di soggetti non autorizzati.”

  • Margherita

    Continuo a non capire fino in fondo. Ovvero, posso anche capire per il design della carrozzeria della Ferrari, ma il mio maglione non è riproducibile guardando il disegno, come non lo è la ricetta della torta. Se creo un modello, creo un insieme di punti, calati cresciuti, intrecci, ecc. che non sono visibili nel disegnino. Nè è possibile evincere il gusto della torta, ma io rivendico quella proprietà intellettuale, non il suo riassunto nel disegno. Infatti Tom Tierny ha riprodotto i disegni di abiti di persone morte da secoli, ma anche i modelli di stilisti che hanno vestito celebrità, in alcuni casi viventi. Non penso che la casa editrice non si sia tutelata. Poi pensavo un’altra cosa: il disegno in miniatura, che accenna, riassume, allude all’oggetto vero, costituisce per l’autore un omaggio che diviene una sorta di pubblicità. Ovvero, uno vede il disegno di qualcosa in Stardoll e pensa: “Che carino questo! Sai che bello se esistesse veramente e io lo potessi comperare per me oltre che per la bambola?” Poi lo trova su Etsy e se lo compra. O no? Quello che voglio dire è che è giusto che la proprietà intellettuale sia difesa. Io non voglio che copino i miei disegni, proprio perchè sono disegni e rivendico la proprietà di ogni tratto di matita o di mouse. Però se uno mette la foto della mia torta sul giornale e magari scrive sotto che è da non credere quanto fosse buona, io sono contenta. Se scrive che l’ho fatta io, certo ancora meglio, ma magari l’ha vista ad un concorso, l’ha assaggiata, fotografata e non sa chi l’ha fatta.
    Diverso sarebbe se Stardoll vendesse a prezzi concorrenziali oggetti reali molto simili a quelli veri.
    Mi sorge un altro dubbio: sei sicurissimissima che non sia stato chiesto il permesso agli autori?

    • Mi dispiace che tu non riesca a capire. Questo significa che quando (speriamo di no) capiterà a te, tu lascerai correre invece di far valere i tuoi diritti.

      Qui parliamo di idee, non di procedure per realizzarle. A Stardoll non interessa se il tuo maglione è in pura lana, in poliestere, punto dritto o punto rovescio. Lui copia il risultato e lo rivende a suo nome. Nessuna menzione per l’autore, nessun omaggio, nessuna pubblicità. E nessuno che si mette a chiedere “chissà se c’è su Etsy” (ricordiamoci chi è il pubblico di riferimento di Stardoll). Io stessa ci ho messo un’ora ad articolo per trovarlo in internet e solo perché ho deciso di approfondire l’argomento.

      Purtroppo (per chi copia) il diritto d’autore e la proprietà intellettuale non sono opinabili. Questo significa che puoi far sentire la tua voce anche se prendono una tua foto (trovata sul tuo blog o sul tuo profilo Facebook) e la pubblicano su un giornale scrivendo quanto è buona. Bello, carino, grazie ma hai violato la mia proprietà intellettuale. Stesso motivo per cui da anni si combatte sul web perché la dicitura “trovato su Pinterest” è inutile come credit di una foto. Le immagini non sono di Pinterest ma dei singoli autori che vanno citati.

      Per quanto riguarda la richiesta di permesso, ieri ho contattato alcuni autori. Finora mi hanno risposto in due e no, non sapevano nulla. Esattamente come non sapevano nulla le altre persone che sono state copiate da Stardoll (abbiamo già scritto due articoli a proposito). Quindi possiamo dire che non c’è nessuna buona fede da parte del sito, nessun “ah, non sapevo fosse tuo.” Anche perché in ogni foto è chiaro il nome dell’autore. Come l’ho trovato io l’hanno trovato anche i grafici di Stardoll.

      E siccome le procedure di autorizzazione per l’utilizzo di idee altrui è abbastanza lungo (così come previsto dalla legge – per questo le scavalcano, mica per altro), nel primo caso Stardoll ha preferito cancellare tutto. Nel secondo so che ci sono dei procedimenti in corso. In tutti i casi, nessun autore l’ha presa bene.

  • Margherita

    Hai ragione. Probabilmente non farei nulla. O meglio, farei se venisse copiato l’apetto che io considero personale, autentico e unico della mia idea, per guadagnare un profitto che spettasse a me. Spero quindi che l’autore arrabbiato sia il primo, perchè nelle altre immagini non colgo idee straordinariamente originali, se non per la fattura a mano, che, a quanto mi dici, non è in discussione. Voglio però ringraziarti per la tua veemente arringa, perchè questo mi dà il coraggio di essere più ferma con il capo, che fa scopiazzare malamente le mie pagine pubblicitarie. Voglio finire il mio commento in dolcezza con l’immagine di una torta (è mia non preoccuparti) che somiglia un po’ a quella di Stardoll. Non chiedermi però la ricetta (ammesso e non concesso che ti interessi) perchè non me la ricordo. Le mie idee, ahimè, sono tanto geniali, quanto volatili.

    • Grazie per la torta, Margherita, sembra davvero squisita! A questo punto mi tocca andare a mangiare, una foto così non si può guardare in maniera impassibile 😉

      Trova sempre il coraggio di difendere le tue idee, ma attenzione a come ne parli con il capo: in base al contratto che hai (dipendente, libera professionista…), potresti aver passato a lui tutti i diritti sulle tue creazioni. Ma questa è tutta un’altra storia.

      Buon week end! 🙂

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